15/02/2021 – BENVENUTO GOVERNO DRAGHI

Finalmente il Governo Draghi si è costituito, con una squadra di 8 tecnici e 15 politici, dove i ministeri chiave saranno guidati da nomi di esperienza e prestigio. E’ un governo tecnico nella sostanza più che nel numero: già il Recovery Plan sarà gestito per buona parte da personalità non rappresentati partiti politici. Economia, Infrastrutture, Innovazione, Transizione ecologica, sono i ministeri che gestiranno i preziosi fondi europei da 200mld di euro. Un governo sostenuto da quasi tutte le forze politiche, e questo sembra essere un segno di cambiamento, ricco di competenza, di credibilità internazionale. Ora dovranno parlare i fatti, come ha detto lo stesso Premier Draghi alla nuova squadra di Governo.  

Il Paese ha bisogno di un nuovo modo di gestione, lontano da chiacchiere e show, ma focalizzato sulla propria missione, e sulle urgenze del nostro Paese a partire dalla necessità di uscire dall’emergenza sanitaria, ma soprattutto dare nuovo slancio all’economia ormai in recessione da quando il Covid ha invaso le nostre vite, mettendo al centro l’urgenza di creare lavoro per i giovani e le donne, categorie che più stanno accusando la crisi sociale in corso. Investire, investire, investire. Con lungimiranza. Non solo i fondi del Recovery Plan, ma anche tutti quelle risorse già a disposizione delle nostre Regioni, e che rischiamo di perdere. Investire nei settori economici che fanno della nostra Italia un territorio unico e pieno di eccellenze. Investire nel turismo del nostro Paese e nel settore dell’agricoltura, vuol dire investire su di noi, sulle nostre peculiarità.

Questo è un momento cruciale nella nostra storia, un tempo che necessita di competenza, pragmatismo e lungimiranza, requisiti che dovrebbero connotare ogni governo, sia esso politico o tecnico.

Auguriamo questo al nostro Paese e al neonato Governo.

Buon lavoro. 

25/01/2021 – QUELLA ITALIANA “E’ UN’AGRICOLTURA RICCA FATTA DA…

 

Il tema è il salario minimo, e parte dall’analisi dei dati Istat del 2019 dai quali emergono i due settori dell’economia dove la retribuzione oraria è più bassa, anche per effetto del lavoro irregolare: l’agricoltura ei lavori domestici. La retribuzione lorda oraria è di 9,2 euro nel settore agricolo e di 7,3 euro nei servizi domestici (le cosiddette attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico). 

Per entrambi i settori, “la presenza di una quota particolarmente elevata di lavoro irregolare (pari rispettivamente al 39,7 e al 58,6% delle unità di lavoro dipendenti) è stato aggiunto ad abbassare ulteriormente la retribuzione media oraria complessiva. la retribuzione oraria media per la componente regolare è di 10,9 euro; più contenuto è l’effetto del tasso di irregolarità nei servizi domestici, dove la retribuzione oraria di un lavoratore regolare è di 7,7 euro, il livello di gran lunga più basso tra tutti i comparti dell’economia “.

Eppure il settore agricolo risulta essere strategico per la tenuta economica, sociale e occupazionale del Paese anche nel periodo pandemico. L’Annuario dell’AgricoItura Italiana n. 73 del Crea fotografa la situazione al 2019 e ci racconta di un’agricoltura italiana che, nonostante i molti limiti da superare, soprattutto sul fronte del digitale, dei trasporti e della logistica, vanta molti primati da cui ripartire, tra i quali vantare un giro Affari pari a 522 miliardi di euro, rappresentano il 15% del Pil nazionale, classificandosi primo in Europa per valore aggiunto agricolo. Messo alla prova dalla pandemia, il sistema agricolo è mostrato più resiliente rispetto agli altri comparti dell’economia del paese.

13/01/2021 – VACCINO COVID-19. RICONOSCERE PRIORITÀ ANCHE AL COMPARTO…

Il lavoro nei campi o nell’industria della trasformazione alimentare si trova spesso in posizione di vulnerabilità anche sanitaria, oltre ad essere la produzione di cibo un servizio essenziale di cui tutti beneficiamo, motivi questi per riflettere sulle priorità da riconoscere al settore nel calendario vaccinale.

 Il 2020 si è concluso con l’inizio della campagna di vaccinazione di massa anti-Covid 19, quasi da sembrare un evento di scongiuro per allontanare lo sfavorevole anno appena trascorso.

Secondo il sito Our World in Data, le cui fonti sono i ministeri della Salute dei vari Paesi, l’Italia è il primo Paese nell’Unione Europa per numero di vaccinazioni contro il Covid e all’ottavo posto nella classifica mondiale, con oltre 320 mila somministrazioni finora effettuate.

Tra le categorie indicate in questa prima fase, la maggior parte dei vaccini sono andati agli operatori sanitari e socio sanitari, ma anche agli operatori non sanitari e agli ospiti delle Rsa.

Dato per assodato che non è fisicamente possibile vaccinare tutti nello stesso momento, è anche vero che per una ordinata ed efficace campagna vaccinale è necessario definire categorie prioritarie. E sacrosanta è la stessa uguaglianza umana in nome della quale ognuno potrebbe avanzare la pretesa di essere vaccinato per scongiurare il rischio di contagio.

Il dibattito è vivo e pregno di tematiche etiche, ma se è unanime la decisione di privilegiare il personale medico, sanitario e gli operatori delle rsa, altrettanto prioritario è senza dubbio dare precedenza alle persone che svolgono una funzione di utilità sociale rilevante per il Paese. Tra questi non dobbiamo dimenticare i lavoratori impegnati nel settore primario e nella trasformazione di prodotti alimentari. Il comparto, che mai si è fermato durante la pandemia, assicurando le scorte di cibo anche nei momenti più difficili del lockdown, ha riscontato numerosi casi di positività. Per questo, al pari di insegnanti e forze dell’ordine, agricoltori, allevatori e lavoratori dell’industria alimentare, che non possono lavorare da remoto, dovrebbero essere in cima alla lista delle categorie a cui garantire il vaccino in tempi rapidi.

Al momento l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato l’uso in Italia del vaccino sviluppato dalla  Pfizer-BioNTech, diffuso anche in Europa e America, e di quello sviluppato da Moderna.

 

07/01/2021 – Legge di bilancio 2021: oltre 1 miliardo…

Nella Legge di Bilancio 2021 approvata definitivamente il 30 dicembre scorso, sono stati stanziati per il comparto agricolo circa 1 miliardo di euro.

Risorse destinate al potenziamento delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, ma anche destinate a dare “rinnovato slancio alle imprese condotte da imprenditrici agricole e alle start up giovanili per favorire il radicamento delle nuove generazioni in agricoltura e la crescita e lo sviluppo delle imprese condotte da donne”, come affermato la stessa ministra Bellanova. 

Si conferma l’esenzione Irpef per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli anche per il 2021, il rifinanziamento del Fondo di solidarietà per gli interventi assicurativi, il rifinanziamento del Programma triennale della pesca e dell’acquacoltura, la proroga del bonus verde.

 Facendo seguito all’azione avviata con i decreti Cura Italia e Rilancio, si delinea l’attuazione del Fondo Emergenze Alimentari con un investimento per il 2021 di ulteriori 40 milioni, come misura per far fronte alle fragilità sociali e alimentari; sostenere il diritto al cibo di qualità per tutti con particolare attenzione alla qualità dell’alimentazione neonatale e infantile; contrastare lo spreco alimentare; sostenere la filiera agroalimentare con l’acquisto di prodotti italiani di qualità e per la tutela reddituale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. 

Ulteriori misure previste dalla Legge di Bilancio 2021 riguardano lo sviluppo di tutta la filiera agricola con lo stanziamento di un Fondo destinato alla promozione e alla competitività in un’ottica di miglioramento della qualità produttiva e incremento di livelli di occupazione. Si confermano e si rafforzano gli investimenti per le infrastrutture irrigue, l’agricoltura di qualità, il contrasto al dissesto idrogeologico e la tutela di beni non rinnovabili come aria, acqua, suolo.

 Di seguito alcune delle misure previste dalla Legge di Bilancio 2021 per il settore specifico: 

  • Incentivi alle assunzioni: le agevolazioni per le assunzioni sono riservate ai coltivatori diretti e IAP (under 40) che tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2021 risultano iscritti alla previdenza agricola, prevede nello specifico un bonus agricoltori 2021 ovvero uno sgravio contributivo del 100% per 2 anni.
  • Per il 2020 è prevista la proroga esenzione IRPEF per i redditi dominicali e agrari, misure destinata ai coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali.
  • Rifinanziamento della misura “Donne in campo”: 15 milioni di euro per la concessione di mutui a tasso zero per iniziative volte allo sviluppo e al consolidamento di aziende agricole condotte da imprenditrici attraverso investimenti nel settore agricolo, nella trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Mutui concessi nel limite di 300.000 euro, della durata massima di 15 anni comprensiva del periodo di preammortamento.
  • Proroga del bonus che prevede l’agevolazione fiscale per la sistemazione a verde di abitazioni private. Detrazione d’imposta lorda del 36% per una spesa massima di 5.000 euro.
  • Trattamento di sostegno al reddito in favore dei lavoratori adibiti alla pesca: 31 milioni di euro per il 2021 per il trattamento di sostegno al reddito, riconosciuto per una durata massima di 90 giorni nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 ed il 30 giugno 2021, per i lavoratori della pesca che hanno subito una sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, o una riduzione del reddito, a causa del Covid-19.
  • Finanziamento dell’indennità per fermo pesca obbligatorio e non obbligatorio: 19 milioni di euro nel 2021 per l’indennità, pari a 30 euro giornaliere, per ciascun lavoratore dipendente da impresa adibita alla pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca, in caso di sospensione dal lavoro derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio e non obbligatorio.
  • Proroga della concessione della Cassa Integrazione Salariale Operai Agricoli (Cisoa): proroga della possibilità di ricorso alla Cisoa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica, per un massimo di 90 giorni nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2021 e il 30 giugno 2021.

 

 

28/12/2020 – LEGGE DI BILANCIO 2021. LE PRINCIPALI NOVITA’

Con 298 si, e 125 no (astenuti 8) domenica 27 dicembre, la Camera ha approvato il disegno di legge di Bilancio, una manovra economica del valore di 40 miliardi di euro. Il successivo passaggio è in Senato per l’approvazione definitiva entro la fine dell’anno.

La manovra fiscale prevista per il 2021 interviene ancora con misure di sostegno al lavoro, con un ammontare di 7 miliardi di provvedimenti: la cassa integrazione d’emergenza si viene prorogata di altre 12 settimane, gratuite, per le imprese e gli autonomi che hanno avuto perdite potranno avere un assegno mensile simile alla cig. La misura dovrebbe essere riservata alle partite Iva iscritte alla gestione separata dell’Inps e prenderà il nome di «Iscro» («Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa»). La misura prevede un sostegno per 6 mensilità, da un minimo di 250 euro a un massimo di 800 euro al mese. Per accedervi il reddito prodotto nell’anno che precede la domanda deve essere inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni precedenti e comunque non deve essere superiore a 8.145 euro, oltre che essere in regola con i contributi e avere aperta la partita Iva da almeno 4 anni. 

Previsti sgravi al 100% per 3 anni per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato effettuate nel biennio 2021-2022. L’incentivo scatta per assumere giovani fino a 35 anni. L’esonero sale a 48 mesi per le assunzioni fatte in una sede o unità produttiva ubicata nelle seguenti regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.  Per le aziende del Sud è previsto l’esonero del 30% dei contributi previdenziali e assistenziali per i dipendenti fino al 2029.

Incentivo al 100% anche in caso di assunzione di donne disoccupate al Sud e senza un impiego da almeno 24 mesi nel resto d’Italia. Il blocco dei licenziamenti prosegue fino al 31 marzo, e sempre fino a fine marzo si confermano le deroghe alle causali del decreto dignità su proroghe e rinnovi di contratti a termine.

Per le imprese, confermati Fondi di garanzia e decontribuzioni per chi investe al Sud, ma anche esenzioni fiscali e crediti d’imposta.

Tra le tanto attese misure l’assegno unico famigliare, che metterà ordine tra tutte le risorse destinate alla famiglia poichè dal prossimo luglio confluiranno nell’assegno unico mensile riconosciuto per ogni figlio a carico fino a 18 anni: per il 2021 per la famiglia ci sono 3 miliardi, che diventeranno 5 nel 2022.

Intanto, viene rifinanziato il bonus bebè per tutti i nati nel 2021, ma arrivano anche il congedo di paternità obbligatorio allungato da 7 a 10 giorni e un fondo da 50 milioni di euro per le aziende che aiutano il rientro al lavoro delle neomamme. Sono previsti aiuti per l’imprenditorialità femminile e 500 euro al mese per le mamme single e disabili. Per le famiglie con Isee sotto i 20 mila euro, c’è un cellulare (o tablet) «prestato» per un anno con abbonamento internet. Confermata la card per i 18enni.

Aumenta a 16 mila euro il tetto per il «bonus mobili», la detrazione al 50% per le spese sostenute per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici.

Confermata la proroga Super ecobonus al 110% fino a tutto il 2022. Si tratta di una estensione per consentire il completamento dei lavori. Se entro giugno 2022 sono stati effettuati lavori per almeno il 60% dell’intervento complessivo, la detrazione al 110% potrà essere estesa anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022.

Approvato l’emendamento istitutivo del «bonus vista» per l’acquisto di occhiali da vista e lenti a contatto per le fasce di reddito meno abbienti con Isee non superiore a 10 mila euro. L’emendamento prevede uno stanziamento di 5 milioni l’anno, dal 2021 al 2023, per l’erogazione di un voucher di 50 euro per l’acquisto di occhiali da vista o lenti a contatto.

Ci saranno 100 milioni di euro in più nel 2021 per l’estensione del bonus tv, lo sconto fino a 50 euro per cambiare i vecchi televisori e arrivare pronti all’appuntamento con le nuove tecnologie di digitale terrestre DVBT2.

Destinato ai redditi più bassi, nel 2021 si potrà avere anche uno smartphone in comodato d’uso e Internet gratis per un anno. Il «kit digitalizzazione» è previsto per chi vive in famiglie con reddito Isee sotto i 20 mila euro. Nel kit è incluso l’abbonamento a due «organi di stampa» e l’app IO per i pagamenti digitali alla pubblica amministrazione e il cashback di Stato. Il finanziamento previsto è di 20 milioni di euro per il 2021.

Confermati gli incentivi auto già previsti nei decreti Rilancio e Agosto con bonus di ulteriori 2.000 euro per veicoli elettrici e ibridi, che si aggiungono agli incentivi esistenti. Inoltre, arriva un bonus di 1.500 euro per gli euro 6 di ultima generazione. Bonus fino al 40% delle spese sostenute per acquistare un’automobile elettrica (valore massimo 30 mila euro) entro il 2021 per chi ha un Isee inferiore ai 30 mila euro. Stanziati 120 milioni di euro per l’elettrico per acquisti fino a dicembre 2021 e 50 milioni ai veicoli commerciali (prevedendo 10 milioni destinati interamente all’elettrico), che potrà accedere all’incentivo di rottamazione.

Un fondo da un miliardo di euro servirà a finanziare l’«anno bianco» fiscale per autonomi e partite Iva: il fondo serve a garantire l’esonero dai minimi contributivi per partire Iva, professionisti e autonomi colpiti dalla pandemia. I requisiti richiesti per accedere al beneficio sono una perdita di fatturato 2020 rispetto al 2019 di almeno un terzo (il 33%) e un fatturato complessivo inferiore ai 50 milioni.

Per gli autonomi e professionisti è previsto l’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali dovuti, prevedendo un fondo da 1 miliardo per il 2021. L’agevolazione è riconosciuta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del 2019.

La Manovra in discussione conferma per i lavoratori dipendenti il taglio del cuneo fiscale anche per i redditi tra 28 mila e 40 mila euro (in scadenza a fine anno).

E’ istituito un nuovo fondo a sostegno dell’impresa femminile, dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, per promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile.

Prevista l’istituzione di un nuovo fondo per lo sviluppo ed il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, con dotazione di 150 milioni di euro per l’anno 2021.

Il credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno è prorogato fino al 31 dicembre 2022.

Previsti sgravi fiscali per gli imprenditori agricoli e l’esenzione della prima rata Imu per le imprese del settore del turismo e le aziende dai 250 dipendenti in su potranno approfittare dello scivolo pensionistico a 5 anni dalla pensione.

Sul piano della Sanità la Manovra prevede l’ incremento di 1 miliardo di euro il Fondo sanitario; mentre il fondo per l’acquisto di vaccini e farmaci anti-Covid può contare su una dotazione di 400 milioni. In arrivo un’indennità per medici, infermieri, veterinari e personale sanitario mentre 70 milioni finanzieranno l’operazione tamponi fatti da medici di base e pediatri. Medici in pensione potranno essere impiegati fino alla fine del 2021. E ancora: ecco 40 milioni per mascherine e sanificazione dei centri disabili e Rsa.

Il piano vaccini anti-Covid si avvarrà di 15000 risorse che verranno assunte a tempo determinato per 9 mesi. Si tratterà di 3 mila medici e 12 mila infermieri che dovranno somministrare i vaccini, scelti anche tra i medici specializzandi fin dal primo anno di specializzazione.

02/12/2020 – USO E ABUSO DEGLI AMMORTIZZATORI IN EMERGENZA…

Dei poco più dei 380 accertamenti effettuati dall’Ispettorato del Lavoro su aziende che hanno chiesto gli ammortizzatori per Covid, solo 100 sono stati portati a termine e si sono trovati 8 casi di irregolarità (fonte a ilfattoquotidiano.it), in cui ai dipendenti formalmente in cassa integrazione veniva imposto di continuare a lavorare. Mentre a non aver attuato le misure anti contagio è stata un’impresa ogni sei.

Questi sono i dati aggiornati al 31 agosto, sui risultati dei controlli condotti durante la pandemia dall’Ispettorato nazionale del lavoro. Ma purtroppo questi numeri sono sottostimati.

Tra assoluta carenza di personale e impossibilità di fare verifiche su chi lavora da casa, le armi dell’Istituto nazionale del Lavoro sembrano essere esigue e a tratti inadeguate.

L’agenzia istituita nel 2015 ha il compito di svolgere attività ispettive già esercitate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dall’INPS e dall’INAIL, tra le quali anche il monitoraggio periodico sugli obiettivi e sulla corretta gestione delle risorse finanziarie.

l’Ispettorato del Lavoro è sottodimensionato a causa di assunzioni che non ci sono da tempo, tra amministrativi arrivati alla pensione e ispettori, ora meno di 1.500, che si trovano a fare anche attività d’ufficio, come spiega a ilfattoquotidiano.it Orazio Parisi, a capo della Direzione centrale tutela, sicurezza e vigilanza del lavoro dell’Istituto, che dal 2017 ha il compito di programmare e coordinare tutta la vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale , materia contributiva e assicurativa.

Inoltre, a causa della pandemia, il concorso per 882 funzionari annunciato nel 2019 è stato rinviato. A complicare le cose c’è anche la mancata interconnessione con le banche dati Inps sia per quel che riguarda le posizioni dei singoli lavoratori, sia quelle delle aziende che fruiscono degli ammortizzatori.

Come rilevato dallo stesso Istituto, i dati raccolti sino al settembre scorso rilevano che su circa 60mila accessi ispettivi, emerge un tasso di irregolarità pari al 70%. L’attività legata direttamente alla pandemia si è intensificata in aprile, quando il governo ha dato ai prefetti la possibilità di appoggiarsi anche agli ispettori del lavoro per le verifiche sulle misure anti-contagio: da allora il personale InL, supportato dai militari del comando Carabinieri per la tutela del lavoro, ha fatto circa 12.000 accessi in aziende per controllare l’attuazione dei protocolli. La percentuale di irregolarità, a livello nazionale, è risultata pari al 16%, con picchi del 30% al Sud e del 24% nel settore agricolo mentre nella manifattura la percentuale si ferma al 15%. Si va dalla mancata sanificazione a modalità improprie di ingresso in azienda di fornitori, dipendenti e visitatori, dispositivi di protezione mancanti o non utilizzati.

Ben più esiguo il capitolo delle verifiche sugli ammortizzatori con causale Covid per individuare quelle aziende che ne stanno facendo un uso improprio. Sono solo 381 gli accertamenti attivati su segnalazione dei sindacati o per decisione autonoma dell’InL, a fronte di centinaia di migliaia di aziende che hanno chiesto la cig durante e dopo il lockdown.

Dati così esigui non danno l’idea della realtà delle cose per questo è di fondamentale importanza che InL abbia accesso ai dati INPS, visto che solitamente i lavoratori non attuano denunce all’organo ispettivo per il timore di perdere il posto di lavoro.

Si pensi ai lavoratori che sono rimasti a casa per Cig o smart working: per gli ispettori non c’è possibilità di verificare l’utilizzo corretto degli ammortizzatori con il risultato che i lavoratori in cassa integrazione continuano a lavorare da casa su richiesta dell’azienda, con il risultato che l’abuso di uno strumento pagato con soldi pubblici rimane celato. In ogni caso, nella quasi totalità dei casi l’irregolarità è consistita nell’aver “continuato ad utilizzare le prestazioni dei lavoratori collocati in cassa integrazione”.

Secondo un’analisi elaborata da Inps e Banca d’Italia risalente a luglio scorso, un terzo delle imprese ha fatto richiesta, ed ottenuto, di mettere in cassa integrazione i loro dipendenti.

Si legge nei dati, che ogni impresa in CIG-Covid ha risparmiato circa 1.100 euro per ogni dipendente presente in azienda (a prescindere dall’incidenza dei lavoratori in CIG), dall’altro canto i lavoratori in CIG-Covid hanno perso in media il 27% del loro stipendio.

L’Ufficio Parlamentare del Bilancio, ha rilevato che per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, “dall’incrocio dei dati del monitoraggio dell’Inps con quelli della fatturazione elettronica dell’Agenzia delle entrate nel primo semestre del 2020 rispetto al primo semestre del 2019 emerge che se circa un terzo delle ore di Cig, Cig in deroga e Fondi della bilateralità è stato utilizzato da imprese con perdite di fatturato superiori al 40 per cento, oltre un quarto delle ore è stato tirato da imprese che non hanno subito alcuna riduzione“, come affermato dal presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio Giuseppe Pisauro.

25/11/2020 – A FRONTE DI TANTA EMERGENZA SANITARIA E…

I Fondi strutturali e d’investimento europeo (Fondi Sie) sono la principale fonte di risorse comunitarie per le politiche di coesione del nostro Paese, ossia quegli interventi pensati, per ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni e uguagliare le opportunità socio-economiche dei cittadini.

Per il ciclo di programmazione 2014-2020, l’Ue ha messo a disposizione dell’Italia circa 44,6 miliardi di euro di Fondi Sie, a cui vanno aggiunti circa 30,5 miliardi di euro di risorse nazionali, destinate al cosiddetto “cofinanziamento”.

L’utilizzo dei fondi strutturali europei deve essere accompagnato da quello di risorse nazionali (“principio di addizionalità”), dal momento che i fondi Ue non sono erogati per sostituire del tutto la spesa pubblica o gli investimenti strutturali di un Paese nelle regioni interessate, che a seconda del loro grado di sviluppo ricevono più o meno risorse (in Italia le regioni del Sud sono quelle che ricevono di più).

I due fondi strutturali con più risorse comunitarie (quasi 33 miliardi di euro) sono il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse), mentre oltre 11 miliardi di euro sono per il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp).

Per quanto riguarda il Fesr e il Fse, per gli anni 2014-2020 l’Italia ha concordato con la Commissione Ue 51 “Programmi operativi” di cui 39 regionali (Por) e 12 nazionali (Pon).

Secondo i dati della Corte dei Conti Europea al novembre 2020, l’Italia ha utilizzato solo il 30,7 % del budget totale, che per il nostro Paese è di 72 miliardi di euro destinati alla programmazione 2014-2020. 

Ma perché risorse così importanti non trovano impiego nonostante l’urgenza endemica dell’Italia di doverne fare uso? 

Le motivazioni per cui al 2019 l’Italia ha assorbito solo il 30% dei fondi europei sono varie e intrecciate fra di loro: l’accordo di partenariato con l’Ue, alla base della distribuzione dei fondi, è stato approvato solo nel 2014, perdendo il primo anno di programmazione; le autorità chiamate a gestire i fondi (ministeri, regioni, enti locali) sono state definite e confermate solo nel 2018; le regioni, destinatarie di una fetta significativa dei fondi, spesso non hanno le strutture e le competenze necessarie alla stesura dei programmi operativi. Da ultimo aspetti di malfunzionamento cronico del Paese, legati a una pubblica amministrazione da rinnovare e una complicata normativa sugli appalti.

Ad oggi in Italia risultano spesi circa 29 miliardi dei 72 programmati, ovvero circa il 40 per cento. La percentuale è aumentata rispetto al 30% di fine anno scorso grazie all’operazione di riprogrammazione di 10,4 miliardi di fondi strutturali europei per impiegarli nel 2020 a supporto della crisi economica e sanitaria, operazione resa possibile dalla flessibilità introdotta dalla presidente Von Der Leyen con il pacchetto legislativo denominato “Coronavirus response initiative investment”.

Se l’Italia non riuscisse a spendere entro il 2023 i circa 42 miliardi rimanenti di fondi strutturali del bilancio 2014-2020 perderebbe tali risorse già a disposizione, ma non utilizzate entro i tempi stabiliti.

Indubbiamente il Covid-19 ci ha messo difronte ad una condizione estrema come quella di una guerra, ma per rilanciare il Paese dobbiamo agire in prospettiva e creare un impianto socio-economico in grado di resistere nel tempo a qualsiasi impatto. Abbiamo bisogno di un Sistema-Stato che contribuisca a ridurre il divario tra Sud e Nord e che sostenga il vasto e concreto potenziale dei settori agricolo e turistico soprattutto nel Sud d’Italia, settori entrambi dotati indubbia capacità di sviluppo e bandiere del “made in Italy” nel mondo. Abbiamo bisogno di un Sistema che garantisca il lavoro ai giovani e chi lo ha perso, un sistema in grado di garantire il diritto alla salute anche e soprattutto in emergenza. Dobbiamo ricordare che il Covid non ha cancellato le altre malattie, eppure molte persone stanno rischiando la salute per le difficoltà a ricevere le prestazioni a causa della pandemia.  

E’ per questo che proponiamo ed esortiamo le Autorità a fare uso dei fondi a disposizione e impiegarli per sopperire alle criticità che ogni giorno stanno emergendo e che ci ricordano di quanto uno Stato possa essere fragile e impreparato di fronte anche alle future urgenze che ci aspettano.

 “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” (Seneca).

20/11/2020 – IN ATTESA DELLA LEGGE DI BILANCIO 2021

La prima versione della Legge di Bilancio 2021, approvata dal Consiglio dei Ministri dovrà essere approvato in via definitiva dal Parlamento entro la fine dell’anno, per entrare in vigore dal primo gennaio 2021 come legge dello Stato.

E’ ampio il capitolo relativo al sostegno alle imprese dal punto di vista del lavoro con un nuovo incentivo alle assunzioni, cassa integrazione COVID prorogata fino a marzo, conferma del blocco dei licenziamenti e dei contratti a termine a-causali incentivi per le assunzioni, potenziate per il Sud. 

Si confermano inoltre le proroghe delle pensioni anticipate con opzione donna e Ape sociale e conferma del congedo di paternità di 7 giorni, conferma del Reddito di Cittadinanza fino al 2029.  In attesa dell’assegno unico per i figli,  si rifinanzia la misura dell’ assegno di natalità (o bonus bebè). Le risorse complessivamente stanziate ammontano a oltre 38 miliardi di euro. Giovani, filiere agricole, pesca e indigenti, sono alcune importanti misure d’interesse agricolo, entrate nel disegno di legge di bilancio 2021. Nel disegno di Legge è previsto l’esonero contributivo per 24 mesi a favore dei giovani under 40 anni che si iscrivono nel corso del 2021, per la prima volta, nella gestione previdenziale agricola come coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali.

Un altro intervento rilevante è la conferma, anche per il 2021, dell’esonero Irpef dei redditi dominicale e agrario, dichiarati da coltivatori diretti e Iap.

Spazio poi alle filiere con l’istituzione presso il Mipaaf di un Fondo con una dotazione di 150 milioni finalizzato al sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura. Per quanto riguarda la pesca viene riconosciuta, per il 2021, l’indennità per il fermo obbligatorio e non obbligatorio.

Prorogato anche il bonus verde relativo a interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione di pozzi nonché di realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.

Interessano il settore agricolo anche lo stanziamento aggiuntivo di 40 milioni per il “Fondo indigenti”, istituito presso Agea per il finanziamento dei programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti nel territorio nazionale.

Coinvolge infine l’imprenditoria femminile agricola il Fondo che punta a promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile e massimizzare il contributo delle donne allo sviluppo economico e sociale del Paese. 

Per aiutare la ripartenza dei nostri territori è indispensabile mettere le imprese agricole condizioni di poter continuare a lavorare, salvaguardando così il territorio, valorizzando le biodiversità presenti, creando occupazione e generando economia.

Fondamentale il sostegno al ricambio generazionale, che può permettere a tutti i nostri giovani di avvicinarsi a questo mondo, senza costringerli ad abbandonare il proprio territorio per la ricerca di un lavoro.

 

Riportiamo di seguito i principali articoli ad oggi inseriti nella bozza, suddivisi per argomento.

ART. 4.(Incentivo occupazione giovani)  Per le assunzioni effettuate nel triennio 2021-2023, al fine di promuovere l’occupazione giovanile stabile, l’esonero contributivo sarà riconosciuto nella misura del 100%, per un periodo massimo di trentasei mesi, nel limite massimo di importo pari a 6.000 euro annui, per i soggetti fino a 36 anni non compiuti. L’esonero è riconosciuto per un periodo massimo di quarantotto mesi ai datori di lavoro privati che effettuino assunzioni in una sede o unità produttiva ubicata nelle seguenti regioni: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, puglia, Calabria e Sardegna.

ART. 5 (Sgravio contributivo per le donne) Per il biennio 2021-2022, in via sperimentale, l’esonero contributivo di cui all’articolo 4, commi 9-11 della legge 28 giugno 2012, n. 92, per le assunzioni di lavoratrici donne effettuate nel medesimo biennio, è riconosciuto nella misura del 100 % nel limite massimo di importo pari a 6.000 euro annui.

ART. 6. (Esonero contributivo per i giovani coltivatori diretti e imprenditori agricoli) Viene prorogato l’esonero già in vigore per la nuova imprenditoria in agricoltura degli under 40.

ART. 17. (Fondo impresa femminile)

È istituito, presso il Ministero dello Sviluppo economico, il “Fondo a sostegno dell’impresa femminile”, al fine di promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile per nuovo avvio, investimenti, e programmi di formazione. Il fondo prevede contributi a fondo perduto, o a tasso zero. La dotazione finanziaria del Fondo è stabilita in euro 20 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022,

ART. 21. (Fondo per lo sviluppo ed il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura) Per lo sviluppo ed il sostegno del settore agricolo, della pesca e dell’acquacoltura è istituito nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, un “Fondo per lo sviluppo ed il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura”, con una dotazione pari a 150 milioni di euro per l’anno 2021.

ART. 47. (Rinnovo dei contratti a tempo determinato)  La disposizione corregge il Decreto Rilancio prevedendo che, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, fino al 31 marzo 2021, è possibile rinnovare o prorogare, per un periodo massimo di 12 mesi e per una sola volta, i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche in deroga alle disposizioni sul numero massimo delle proroghe e sulla durata massima di 36 mesi 

ART. 49. (Finanziamento indennità per fermo pesca obbligatorio e non obbligatorio)  A valere sul Fondo sociale per l’occupazione e formazione, si proroga ancora il finanziamento dell’indennità onnicomprensiva, pari a trenta euro per l’anno 2021, per ciascun lavoratore dipendente da impresa adibita alla pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola pesca, di cui alla legge 13 marzo 1958, n. 250, in caso di sospensione dal lavoro derivante da misure di arresto temporaneo obbligatorio. 

ART. 54. (Nuovi trattamenti di Cassa integrazione ordinaria, Assegno ordinario e Cassa integrazione in deroga. Esonero dal versamento dei contributi previdenziali. Disposizioni in materia di licenziamento) Ulteriori 5.333,8 milioni di euro finanzieranno CIG, ASO e CIGS. per una durata massima di 12 settimane, che devono essere collocate nel periodo ricompreso tra il 1° gennaio 2021 e il 31 marzo 2021 per i trattamenti di Cassa integrazione ordinaria, e nel periodo ricompreso tra il 1° gennaio 2021 e il 30 giugno 2021 per i trattamenti di Assegno ordinario e di Cassa integrazione in deroga. Inoltre si conferma fino al 31 marzo 2021 il divieto di avvio delle procedure di licenziamento economico collettivo e individuale e restano altresì sospese le procedure pendenti avviate successivamente alla data del 23 febbraio 2020, fatte salve le ipotesi in cui il personale interessato dal recesso, già impiegato nell’appalto. Infine, ai datori di lavoro privati, con esclusione del settore agricolo, che non richiedono i trattamenti di integrazione salariale è riconosciuto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico per un ulteriore periodo massimo di otto settimanefruibili entro il 31 marzo 2021.

2) Legge di bilancio 2021 e Pensioni

ART. 59. (Opzione donna) Si prevede di estendere la possibilità di optare per il regime sperimentale alle lavoratrici che maturano i requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre 2020 (57 anni per le lavoratrici dipendenti, 58 anni per le autonome con 20 anni di contributi versati). 

ART. 60.(Proroga Ape sociale) La legge di bilancio 2017 aveva previsto in via sperimentale dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2020, un’indennità a carico dello Stato erogata dall’INPS a soggetti in determinate condizioni con almeno 63 anni di età fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia. La proposta normativa prevede di prorogare l’anticipo pensionistico fino al 31 dicembre 2021. 

Inoltre è previsto un ampliamento ai soggetti disoccupati che non hanno beneficiato della prestazione di disoccupazione per carenza del requisito assicurativo e contributivo.

3) Legge di bilancio 2021: assistenza famiglie e maternità

ART. 64. (Assegno natalità) L’assegno di natalità noto anche come bonus bebè garantito in forma progressiva sulla base del reddito delle famiglie, sarà riconosciuto anche per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2021.

ART. 65. (Congedo di paternità)  La disposizione prevede la proroga per il congedo di paternità di sette giorni anche per il 2021. 

ART. 67. (Reddito di cittadinanza)  La disposizione incrementa per gli anni dal 2021 al 2029 ’autorizzazione di spesa per il finanziamento del “Reddito di cittadinanza”.

ART. 70. (Indennizzo per cessazione di attività commerciali)   Dal 1° gennaio 2022, l’aliquota contributiva per il finanziamento dell’indennizzo previsto per commercianti che cessano l’attività sarà dovuta nella misura dello 0,48 per cento. Resta salvo il meccanismo di adeguamento all’istat.

12/11/2020 – RIFORMA PENSIONI. CATALFO: STAFFETTA GENERAZIONALE CON PART…

Nell’ambito della riforma delle pensioni il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, sta valutando una proposta di staffetta generazionale per favorire l’inserimento lavorativo dei giovani, e che “potrebbe essere utilizzata non solo dalle grandi imprese ma anche dalle piccoline”, collegata “ad una sorta di part time del lavoratore anziano a cui riconosceremmo i contributi figurativi e un’indennità compensativa. Questo ci consentirebbe di avere uno strumento non solo per le aziende più grandi, come il contratto di solidarietà difensiva che interviene sulle aziende con 500 dipendenti, ma anche per le piccole e piccolissime imprese”.

Una proposta volta al coinvolgimento dei lavoratori prossimi alla pensione come guide che possano aiutare e favorire l’inserimento di giovani nel mondo del lavoro, con il passaggio del testimone tra le vecchie e le nuove generazioni e il  duplice scopo di utilizzare l’esperienza del lavoratore anziano per educare e formare il giovane, e fornire un ricambio generazionale all’azienda a costi minimi, perché coperti dallo Stato.

12/11/2020 – QUOTE ROSA PER L’ AGRICOLTURA

Le donne impegnate in agricoltura fanno bene per la loro capacità di guidare aziende, affrontare sfide, stare direttamente nei campi a contatto con il lavoro vero. Come dimostrano le cifre di un fenomeno in crescita pressoché in ogni Regione.

La buona notizia è l’istituzione del bonus «Donne in campo» previsto nella Legge di Bilancio 2020 mette a disposizione un fondo iniziale di 15 milioni di euro, quale sostegno concreto per oltre 200.000 aziende agricole al femminile già attive. Ma soprattutto con l’obiettivo dì incentivare la nascita di nuove attività legate al territorio.

Si tratta di una misura importante per la ripresa delle produzioni italiane che assume ancor più rilevanza alla luce dell’attuale situazione emergenziale causata dal Covid-19.

Il meccanismo del bando, la cui gestione è affidata a Ismea, prevede la concessione i mutui a tasso zero fino a 300.000 euro, per la durata massima di quindici anni, destinati alle donne con qualifica di imprenditore agricolo o coltivatore diretto, ma anche alle società composte al femminile per oltre la metà numerica dei soci e delle quote di partecipazione. I finanziamenti copriranno fino al 95% delle spese ritenute ammissibili, finanziando iniziative riguardanti il miglioramento del rendimento e della sostenibilità dell’azienda, le condizioni agronomiche, di igiene e benessere animale, il potenziamento delle infrastrutture. Le titolari delle aziende agricole, potranno anche acquistare nuovi terreni con il limite massimo del 10% dell’investimento da realizzare.

Anche sul fronte delle assunzioni sono previste agevolazioni in quei settori e professioni caratterizzati da disparità occupazionali e di genere. Si tratta di uno sgravio contributivo del 50% destinato ai datori di lavoro che assumeranno forza lavoro femminile nei settori e nelle professioni individuati dal Ministero del Lavoro per la forte disparità tra uomini e donne che supera almeno del 25% il valore medio annuo, e il settore agricolo è fra questi (oltre costruzioni; acqua e gestione dei rifiuti; industria estrattiva;           manifatturiera ed energetica; i servizi di trasporto e magazzinaggio; informazione e comunicazione; servizi generali delle PA)

Il decreto ministeriale che individua i settori e le professioni a maggiore rischio di disparità occupazionale e di genere in relazione alla media annua del 2019 è il DM n. 234/2020 pubblicato sul sito internet del Ministero del Lavoro nei giorni scorsi.

 

In Italia, un’impresa agricola su tre è gestita da donne: secondo il rapporto presentato dal WWF in occasione dell’International Day of Rural Women, il 32% delle attività censite nel comparto (361.420 aziende su un totale di 1.145.680) sono a conduzione femminile. L’agricoltura “in rosa” conta 234.000 donne su un totale di 872.000 addetti (il 26,8%), ma il dato più rilevante è legato alle cosiddette aziende multifunzionali, impegnate in prima linea per rispondere al bisogno della società di cibo genuino, prodotto con pratiche rispettose dell’ambiente, di servizi alla persona, di inclusione sociale e di attenzione alla tutela delle tradizioni e delle biodiversità locali: in questo caso, la percentuale di donne al comando aumenta.

Il mondo dell’agriturismo, delle fattorie didattiche e sociali, della filiera improntata a trasformazione e vendita diretta di prodotti di fattoria è dunque in buona parte appannaggio dell’imprenditoria femminile, che si è particolarmente distinta anche durante la pandemia, sviluppando azioni di contrasto alla crisi aperta dall’emergenza sanitaria.

Ma cos’è una azienda agricola multifunzionale?

Si tratta di un’attività che promuove pratiche di lavoro basate sulla tutela e la valorizzazione del territorio e della biodiversità, definendo al contempo nuovi servizi turistici, didattici e sociali, focalizzati su azioni volte alla tutela e alla fruizione dell’ambiente e alla promozione di inclusione sociale, che in Italia sono in buona parte guidate da donne. Le donne rurali rappresentano oltre un quarto della popolazione globale e sono un potente vettore di cambiamento, anche se le diseguaglianze di genere spesso gli impediscono di esprimere a pieno le loro potenzialità.