
26/10/2021 – RIFORMA PENSIONI, DALLE QUOTE ALLA PENSIONE IN…
Dopo quota 102 e quota 104, per la riforma delle pensioni si ipotizzano due tempi distinti per la ricezione dell’assegno previdenziale per chi uscirà dal mondo del lavoro in anticipo. Di certo c’è che nella legge di bilancio la quota 100 sarà accantonata, e probabilmente sostituita con una formula più sostenibile per i conti pubblici. E la pensione in due tempi potrebbe essere una idea percorribile.
Ma cos’è la pensione in due tempi?
La proposta è del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che la presenta come l’unica soluzione “davvero flessibile e finanziariamente compatibile” nei costi.
Per i candidati alla pensione anticipata con età compiuta di 63-64 anni l’ipotesi è di anticipare solo la quota contributiva della pensione rinviando l’assegno totale, comprensivo anche della parte retributiva, al compimento dei 67 anni. Una volta raggiunta la pensione di vecchiaia invece al lavoratore spetterà l’assegno pieno, completo di quota retributiva e quota contributiva.
Ma per accedere al pensionamento in due tempi non è sufficiente solo il requisito dell’età (aver compiuto 63-64 anni), ma occorre essere in possesso di almeno 20 anni di contribuzione e aver maturato al momento della scelta una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale. Questo per circoscrivere la platea che potrà accedere al pensionamento anticipato ed evitare assegni poveri.
La proposta prevede anche la cumulabilità della mini-pensione con i redditi da lavoro dipendente, autonomo e la possibilità di ancorare la prestazione a futuri meccanismi di staffetta generazionale, legati al part time mentre esclude categoricamente la possibilità di convivenza con il reddito di cittadinanza, l’ape sociale e l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.