21/06/2021 – PNRR: GLI ITALIANI VOGLIONO VELOCITÀ, EFFICIENZA, LEGALITA’.
Questa seconda metà di giugno sarà decisiva per l’Italia, in attesa per l’approvazione formale del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza presentata a fine aprile (la Commissione UE si è riunita il 16 giugno per la valutazione dei Pnrr Nazionali), passaggio che avvierà la procedura per ottenere entro la fine del prossimo mese di luglio l’anticipo dei finanziamenti. Che per noi valgono 25 miliardi di euro.
Impiegarli presto e bene, evitando sprechi e corruzione . Sono questi gli imperativi imprescindibili per gli italiani per scongiurare un flop che ci costerebbe caro. I nemici del piano di risanamento? Burocrati e lobby.
E’ quanto è emerso dallo studio dell’Osservatorio Accredia «La certificazione accreditata al servizio del Recovery plan» curato dal Censis.
Alla domanda “ Come devono essere usati i soldi del Recovery fund ”, il 75,5% degli intervistati teme che dalla pressione a spendere in fretta possa derivare una riduzione dei controlli, spianando la strada all’illegalità. Il 56,4% sostiene che le risorse vanno spese veloci , ma con meccanismi affidabili di verifica del rispetto di norme e regole. Per il 30,4% servono controlli ferrei da parte dello Stato, anche a costo di rallentamenti. Mentre per il 6,5% bisogna azzerare del tutto i controlli per spendere le risorse con la massima celerità. La sfida di impiegare le risorse presto e bene, con meccanismi efficaci e fluidi, scongiurando i ritardi, è ora in cima ai pensieri degli italiani.
Ma il timore maggiore riguarda le eventuali pressioni delle lobby: l’80,4% degli italiani teme le pressioni delle lobby, gli interessi particolari, con un orientamento delle risorse verso il vantaggio di pochi, non a favore dell’intero Paese.
Anche l’ eccesso di potere delle burocrazie costituisce un punto critico per il 75,8% del campione intervistato: il 66,6% troppe leggi e regolamenti cui attenersi potrebbe rallentare l’impiego delle risorse, il 65,7% teme che non ci garanzie sul fatto che quelli approvati siano i progetti migliori, il 65% teme che gli investimenti siano dirottati su questioni non prioritarie, con una scarsa ricaduta sulle economie locali e sulla qualità della vita dei cittadini.
Spendere presto e bene è dunque la sfida per le istituzioni e la Pubblica amministrazione . Servono perciò strumenti utili a far coesistere la verifica del rispetto delle regole con l’impiego rapido dei fondi. E in questo traguardo un più ampio ricorso alla certificazione accreditata potrebbe amplificare anche i benefici ambientali e sociali, per un valore stimato in 2,2 miliardi di euro annui, con risultati positivi su ambiente (riduzione di emissioni inquinanti e risparmio energetico), lavoro ( riduzione degli infortuni sui luoghi di lavoro), sicurezza alimentare (riduzione delle malattie legato al cibo e dei relativi costi sociali). Ecco perché è auspicabile che ai fondi NgEu vengono applicati criteri di accesso che stimolino il ricorso alla certificazione accreditata.Così si risponderebbe ai dubbi degli italiani. Ipotizzando l’obiettivo di arrivare a 150.000 imprese certificate sotto accreditamento (+60.000 rispetto alle attuali),
Alla domanda di prodotti e imprese da parte dei consumatori, gli italiani si consumatori e le domandano da cui li li rispettino determinati: primi domandes per il 95,2% la sicurezza dei prodotti che acquistano è requisito fondamentale, come anche il rispetto della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per il 90% degli intervistati, oltre al rispetto rigoroso dell’ambiente, all’attenzione alla qualità delle imprese, al rispetto della legalità e il non ricorso a forme di corruzione, il 78,7% il rispetto della privacy.
La sfida di grande portata che attende il Paese richiede gli strumenti migliori e le più alte intenzioni per raggiungere gli obiettivi fissati nel Piano di recupero e una crescita economica, sociale e ambientale sostenibile.