19/09/2018 – Primi effetti del “decreto dignità” sul mercato…
Dati Istat attestano i primi effetti delle nuove norme introdotte dal Decreto Dignità sull’attuale mercato del lavoro: pare che le imprese siano fortemente influenzate dalle nuove misure in vigore dallo scorso 14 luglio.
Infatti, le imprese hanno attivato una strategia di “riduzione dei danni” riducendo a 12 mesi la durata dei nuovi contratti, per l’impossibilità di applicare le rigide causali e ricorrendo maggiormente al turn over, per una durata più breve.
I responsabili delle aziende che stanno sperimentando l’introduzione delle rigide causali, nel caso di proroga del contratto a termine e le misure di rincaro degli indennizzi in caso di licenziamento illegittimo, asseriscono fortemente come questo sistema possa penalizzare sia lavoratore che impresa.
Secondo gli studi dell’Istituto nazionale di Statistica, a luglio 2018 si regista, in effetti, un calo di 28 mila occupati in particolare riguardo la fascia d’età 15-49 anni; con la fine degli sgravi generalizzati derivanti dalla disciplina del Jobs act si assiste ad una progressiva contrazione dei nuovi contratti stabili: su luglio 2017 sono scesi di ben 112mila unità.
Il tasso di disoccupazione è sceso ma resta sopra il 10%; il numero di inattivi tra giugno e luglio ha ripreso a salire, e anche la quota di giovani (under25) senza un impiego, seppur in diminuzione, resta al 30,8%
In questo scenario si attende una manovra finanziaria con misure a favore della crescita, per la ripresa degli investimenti infrastrutturali, insieme al rilancio della decontribuzione per il lavoro stabile che possa favorire inoltre i contratti a tempo indeterminato.