05/06/2018 – PIANA DI GIOIA TAURO: “i dannati della…

Oggi più che mai, la Piana di Gioia Tauro, in Calabria, è il luogo dove l’incontro tra il sistema dell’economia globalizzata, le contraddizioni nella gestione del fenomeno migratorio nel nostro paese e i nodi irrisolti della questione meridionale produce i suoi frutti più nefasti.

L’organizzazione umanitaria MEDU (Medici per i diritti umani) che opera per il quinto anno consecutivo sulla Piana di Gioia Tauro definisce ancora una volta i braccianti agricoli stranieri “dannati della terra”. Durante la stagione agrumicola hanno prestato manodopera circa 3500 lavoratori a basso costo. Le condizioni di vita, registrate dal report di MEDU, risultano  precarie “tra immondizia, bagni maleodoranti e fatiscenti, bombole a gas per riscaldare cibo e acqua, pochi generatori a benzina, materassi a terra o su vecchie reti e l’odore di plastica e rifiuti bruciati”.

Questa situazione è ben chiara alle istituzioni da almeno 8 anni, dopo la guerriglia di Rosarno, la rivolta di alcune centinaia di lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura e accampati in condizioni inumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un’altra struttura abbandonata.

Le condizioni lavorative non risultano migliorate, ancora una volta si parla del  grave fenomeno del “caporalato” nonostante l’inasprimento delle sanzioni per chi commette il reato dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro. Degrado e marginalizzazione continuano a rappresentare i caratteri dominanti in un contesto dove poco è cambiato rispetto agli anni passati.

Medici per i Diritti Umani, pertanto, avanza raccomandazioni alle istituzioni, di cui alcune di seguito indicate:

  • si rafforzino i controlli sulle aziende da parte degli Ispettorati del Lavoro;
  • vengano garantite opportunità formative e di specializzazione per i lavoratori;
  • i Sindacati riaffermino il proprio ruolo di assistenza ai lavoratori in condizioni di sfruttamento o di mancato rispetto – anche parziale – delle previsioni contrattuali;
  • si faciliti l’accesso e la fruibilità dei servizi sanitati da parte dei lavoratori migranti;
  • si investa nella formazione di medici ed operatori sanitari in merito a salute e migrazione.
  • vengano monitorate le condizioni di vita delle persone presenti nell’insediamento di San Ferdinando, avviando una collaborazione tra i servizi e gli uffici anti-tratta;
  • vengano velocizzate, anche potenziando gli uffici preposti, le pratiche per il rinnovo del permesso di soggiorno e l’accesso alla richiesta d’asilo, che in molti casi costringono per mesi le persone a condizioni di vita di assoluto degrado.

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